I prefabbricati Baraclit tornano protagonisti per Prada Shoes Factory, a Montegranaro (AP), su progetto degli architetti Guido Canali e Mimma Caldarola. L’Istituto Nazionale di Architettura (IN/ARCH) premia il risultato come miglior opera realizzata in Italia negli ultimi 5 anni.
È la decima pagina pubblicitaria sul quotidiano “il Sole 24 Ore”, in uscita oggi. È l’ultimo dei dieci ritratti Baraclit, dieci edifici con personalità diverse, dieci modi di essere e di apparire. È la fine, e come spesso accade, si torna al principio, chiudendo un ideale cerchio stilistico.
Ancora una volta l’architettura di Canali, ancora una volta le linee sul cemento grigio, ancora una volta un riconoscimento di prestigio.
Lo stabilimento calzaturiero Prada di Montegranaro sorge su un poggio della valle del Chienti, in provincia di Ascoli. Il lotto di circa 11.000 mq si sviluppa in forte pendenza, con un dislivello massimo di 13 m, in un paesaggio di morbide sequenze collinari dove coltivazioni di ulivi si alternano a profonde macchie boschive.
Il complesso edilizio ospita un opificio di 5.000 mq collegato da una stretta galleria vetrata alla palazzina uffici, che si sviluppa su due piani per 1.250 mq. L’aula del laboratorio, profondamente incassata entro il pendio ripido della collina, è stata interamente realizzata con componenti prefabbricate Baraclit. Come nello stabilimento calzaturiero Lamos di Montevarchi (sempre realizzato da Baraclit per Prada), la copertura è affidata alle armoniose forme alari di Aliant, mentre i muri perimetrali sono in pannelli di cemento grigio ferro, semplici e austeri, solo lievemente modulati da false fughe orizzontali realizzate in fase di prefabbricazione.
In parallelo al muro del laboratorio, tre “lame” incidono il suolo: tra questi muri, rivestiti ancora dai pannelli Baraclit in nudo cemento scanalato, sono tesi spazi di calibro differente, a forte sviluppo longitudinale. Prima i patii che si saldano con il corpo fabbrica, poi il parallelepipedo degli uffici delimitato da facciate continue, e infine, compressa entro il recinto murario, una specie di navata a cielo aperto, occupata dal giardino interno che si sviluppa in pendenza a saldare le quote di riferimento, da ±0.00 a –4,80.
Nel complesso dell’intervento, i progettisti hanno saputo trovare un equilibrio sottile tra appartatezza e radicamento. Le lame di cemento proteggono l’edificio dalla strada, creando un giardino segreto, uno spazio riflessivo ed evocativo, pensato per il benessere di chi vi lavora. Il paesaggio interno invece, con i suoi patii costellati di macchia mediterranea e la trasparenza delle superfici vetrate, crea una risonanza con il territorio collinare circostante in un rapporto di continuità e appartenenza.
Grazie a questo linguaggio essenziale ed esistenziale, Prada, lo studio di Architettura Canali e Baraclit hanno ricevuto il prestigioso premio nazionale ANCE – IN/ARCH II edizione, per la migliore opera di nuova costruzione realizzata. Ad essere premiata è la qualità dell’architettura non intesa esclusivamente come esito dell’estro creativo dell’architetto demiurgo ma come risultato di un processo complesso che vede coinvolti soggetti diversi, ivi inclusi il committente e il costruttore.
Da sempre questo è il ruolo di Baraclit; far sì che la creatività dell’Uomo non debba mai soccombere, creando nel progettista la certezza che ogni suo tratto possa essere tradotto in realtà, senza che venga per questo snaturato se non addirittura cancellato.
È solo quando l’eleganza di Prada e la poetica dello spazio dell’ Architetto Canali incontrano la solida concretezza di Baraclit che nascono linee da collezione.